mercoledì 12 dicembre 2018

Ricordo di un'estate norvegese, una insalata di riso non convenzionale.

Quando ancora la Vita non aveva dato a Lei la gioia più grande ed il dolore più grande, ed a me la gioia più grande di una figlia e il dolore più grande di perdermi e perderla, eravamo amiche, eravamo spensierate, eravamo compagne di avventure e di disavventure; Lei era un mio braccio, una mia gamba, metà del mio cuore...ed io ero felice.

Oggi che la Vita ci ha separate ed ha lasciato, nel mio cuore, un cratere, un ricordo tra milioni rimane indelebile: quello di una colazione.
Una colazione a base di pane integrale, salmone e avocado, fatta durante un'estate norvegese che, come tutti gli altri attimi di vita passati con Lei, mai dimenticherò.


Eravamo in vacanza ad Oslo; una breve vacanza estiva di 4 giorni, alla scoperta di una città splendida su cui, d'estate, non tramonta mai il sole e in cui, alle undici di sera, puoi passeggiare nella piazza del Palazzo Reale come se fossero le cinque di pomeriggio.




Oslo mi ha affascinata, con le sue notti crepuscolari e il suo senso di civiltà che stupisce e ci insegna il significato profondo di rispetto e parità.
Io ricordo una città bella, pulita, in cui tutto funzionava e in cui le diverse etnie erano in armonia tra loro; qui si respirava aria di modernità, di rispetto, di civiltà.


E ricordo, chiaro come se fosse oggi, le risate, le facce buffe, la spensieratezza e la gioia che mi dava la consapevolezza che la nostra amicizia sarebbe durata per sempre perchè il sentimento che ci legava non avrebbe mai potuto morire.

E invece...

La Vita mi ha dimostrato che anche i castelli più solidi si possono incrinare e crollare. E quando questo è dovuto ad un mio errore, il dolore è ancora più grande..


Dormivamo in un piccolo albergo non lontano dal centro e una mattina scovammo questo bar carinissimo, tutto in legno, in cui servivano piatti molto curati, realizzati con prodotti bio e freschissimi, e qui assaggiai quel sandwich che, oggi, ha ispirato la ricetta di questo post.

Questo ricordo si è tramutato in ricetta quando, complice una discussione semi-seria con Leonardo Romanelli su quanto fosse odiosa, ed odiata, l'insalata di riso, io fui chiamata a dire la mia e a citare come sarebbe potuta essere una mia insalata di riso ideale.
Come a volte accade, senza conoscerne il reale meccanismo, che alcuni ricordi tornino alla mente e ripopolino i nostri pensieri, mi tornò lucido il ricordo di quella colazione norvegese e sentii di nuovo in bocca il sapore avvolgente di quel salmone affumicato che si scioglieva in un abbraccio voluttuoso con l'avocado maturo e quel pane integrale fragrante e saporito.

E quel ricordo diventò la ricetta della mia insalata di riso perfetta.



 E dal gioco della discussione semi-seria al gioco di organizzare un contest, affatto semi-serio, sull'insalata di riso, con tanto di sponsor Riso Gallo e di parteciparvi come concorrente, è stato un lampo.

E il mio Ricordo di un'estate norvegese è finito in finale, tra le 5 migliori ricette. 


------------------------------------------------------------

Ingredienti:

  600g di riso integrale
  400g di salmone fresco con la pelle
  1 avocado maturo
  olio evo
  3 lime
  1/2 bicchiere di latte di soia al naturale
  1 cucchiaio di aceto
  olio di semi 
  sale
  aneto
  pepe nero
  legni per affumicatura
  carta 
  2 fogli di alluminio

Preparazione:

Il salmone per questa ricetta va affumicato quindi passo subito a spiegarvi come procedere all'affumicatura casalinga. 

 COME AFFUMICARE IL SALMONE IN CASA

Vi servirà:

1 padella wok con il suo coperchio
1 griglia della stessa circonferenza del wok
basilico secco
salvia secca
rosmarino secco
camomilla selvatica secca
origano secco
carta
fiammiferi o legnetti sottili da usare per accendere il fuoco  
2 fogli di carta alluminio 

Procedimento: 

Per prima cosa preparate la padella wok svitando il manico (dovrete infilarla in forno) e foderandola con l'alluminio, in modo da proteggerne l'interno.
Poi predisponete i legni per il fuoco partendo dal fondo della padella, mettendo prima la carta a pezzetti, i legnetti o i fiammiferi, poi i legni più duri come la salvia, il basilico e il rosmarino e, a salire, l'origano e la camomilla.
A parte sistemate il salmone, dalla parte della polpa, sulla griglia.
Accendete il fuoco usando un fiammifero; non appena la fiamma si abbassa e si genera il fumo, sistemate la griglia sul wok, chiudete il coperchio e mettete il wok nel forno spento, chiudete il forno e lasciate affumicare per almeno 25-30 minuti.

 Accorgimenti:

Ci sono alcuni accorgimenti che dovete aver cura di adottare.
  • Innanzitutto le dimensioni della griglia, deve essere dello stesso diametro del wok o, al limite, un pelino più piccola, perchè il coperchio del wok si deve chiudere quasi ermeticamente, altrimenti il fumo uscirà dalla padella e l'affumicatura non vi riuscirà. 
  • Per essere sicuri di ottenere una affumicatura uniforme vi consiglio di tagliare il salmone in tranci più piccoli, in modo da aromatizzare tutta la carne, anche quella al cuore del pezzo. Se decidete di lasciare il salmone intero, mettete una maggiore quantità di legni e prolungate l'affumicatura di almeno 10-15 minuti.
  • Per i legni, potete usare quallo che più vi aggrada; l'affumicatura può esser fatta con i legni di faggio, di abete, di pino, o altro, tenendo conto che ogni essenza darà al salmone la sua peculiare nota profumata. Io volevo realizzare una ricetta fresca ed estiva quindi ho usato legni leggeri, che lasciassero solo leggermente la caratteristica nota amara dell'affumicatura ma che, al contrario, dessero un profumo fresco ed intensamente aromatico alla carne.
  • Abbiate molta cura di sistemare la griglia vicino ai legni ma non a contatto, altrimenti il salmone si brucerà. 
  • Per la scelta della griglia avete diverse opzioni; potete usare quella che molte wok hanno in dotazione oppure potete usare uno spargifiamma, come ho fatto io, facendo attenzione alle dimensioni, come scritto nel primo punto. 

A questo punto, trascorsi i 25-30 minuti, avrete il vostro salmone affumicato che dovrete rosolare velocemente dalla parte della pelle, per renderla croccante.
Quindi  prendete una padella antiaderente, mettete un filino d'olio e, appena sarà ben calda, adagiateci il salmone dalla parte della pelle; salate leggermente e fate rosolare a fuoco vivo 3-4 minuti, spegnete il fuoco, girate il salmone dalla parte della polpa e, con un coltello affilato, staccate la pelle, cercando di non romperla.
Una volta staccata la pelle, mettetela da parte, riaccendete il fuoco e girate il salmone dalla parte della polpa da cui avete staccato la pelle, salate leggermente, fate rosolare 1 minuto a fuoco vivo e mettetelo da parte; nella stessa padella fate rosolare, sempre a fuoco vivo, la pelle dalla parte che era attaccata al salmone e, quando sarà bella croccante, spegnete il fuoco e mettetela da parte.
Il vostro salmone è pronto.
Lessate il riso in abbondante acqua salata; vi ci vorranno 25-30 minuti. Mettetelo da parte a far raffreddare.
In un recipiente capiente tagliate a pezzi piccoli l'avocado, spezzettate grossolanamente il salmone con le mani e condite con sale, olio evo e il succo di mezzo lime.
Nel bicchiere del frullatore ad immersione, o in un altro recipiente stretto e alto, mettete il latte di soia con l'aceto, il succo di mezzo lime, un bel pizzico di sale, mezzo bicchiere d'olio di semi e iniziate a frullare muovendo continuamente il frullatore dall'alto verso il basso per far incorporare aria al composto; via via che frullate aggiungete a filo e molto lentamente altro olio di semi finchè il composto non si addenserà.
Assaggiate ed eventualmente aggiustate di sale.
Quando la vostra maionese vegana leggera sarà pronta aggiungete l'aneto tritato finissimamente al coltello e il succo di mezzo lime in modo da aumentare l'acidità e la freschezza del composto e renderlo un pochino più liquido.
Controllate che il riso sia freddo e aggiungetelo al salmone e all'avocado.
A parte tagliate il lime in 8 spicchi e da questi ricavate dei filettini minuscoli e sottili, mantenendo la buccia e la polpa, unitelo al riso e condite il tutto.
Se vi sembra che ci sia bisogno di altro olio, aggiungetene un altro pochino, ma senza esagerare. 

Servite la vostra insalata di riso norvegese in coppette e decorate con un cucchiaino di maionese leggera, un pezzetto di pelle croccante, una spolveratina di aneto tritato e una grattatina di pepe nero fresco e qualche goccia d'olio evo a crudo.

------------------------------------------------------------

 

Consigli Utili:

  •  L'affumicatura del salmone è un'operazione abbastanza complicata ma vi assicuro che ne trarrete grande soddisfazione; in primis perché ve la potete personalizzare cambiando legni in base al sapore e al carattere che volete dare al vostro piatto, inoltre perché una volta che avrete imparato ad affumicare bene il salmone (io c'ho messo 3 affumicature..) potrete affumicare di tutto, dai formaggi stagionati e freschi alla carne e, conoscendo i legni, potrete creare affumicature ad hoc da abbinare alle vostre ricette.
  • Questa insalata di riso è molto equilibrata; il lime, aspro e fresco, che ripulisce la bocca dal grasso del salmone e dell'avocado, esaltandone il sapore senza lasciare sgradevoli sensazioni di untuosotà in bocca, l'avocado che si scioglie in bocca, il salmone, profumato e intenso, da la sferzata di carattere al piatto, Il riso integrale, che da un tocco croccanate e rustico e la salsina vegan che unisce tutto in un abbraccio estivo che lascia la bocca buona.

Share:

lunedì 28 maggio 2018

Il burro all'improvviso - ovvero come fare il burro fatto in casa da un incidente casalingo

Certe volte le cose meglio riuscite sono quelle che accadono per caso...
E una cosa simile mi è successa proprio ieri.
Primavera, caldo, stagione delle fragole; in casa mia è quasi d'obbligo, in questo periodo, terminare la cena con una coppettina di fragole tagliate a pezzettini ed una cucchiaiata di gelato.

Rigorosamente alla panna o alla crema.





Ma io, che sono tutt'altro che abitudinaria e mi piace provare sempre cose nuove e scoprire sapori diversi da quelli abituali, ho deciso di rompere la "tradizione del gelato" cambiando gusto...ed ho acquistato uno splendido barattolino di gudurioso gelato al cremino, pregustandomi per tutta la mattinata il suo favoloso sapore, che amo da sempre.

Però, si sa, tutti noi abbiamo una coscienza che, purtroppo o per fortuna, troppo spesso ci parla e ci fa tornare sulla retta via; la mia è specializzata in questo e parla decisamente troppo e quindi, spinta dai rimorsi di coscienza (misti alla poca voglia di sentir bofonchiare quel brontolone di mio marito) sono andata a comprare un barattolino di panna fresca da montare in modo da avere una scialuppa di salvataggio per le fragole di mio marito (la panna) e, allo stesso tempo, potermi gustare le mie fragole a modo mio (col gelato al cremino).

Nel pomeriggio apro il frigo alla ricerca di una bottiglia d'acqua e il vasetto di panna, probabilmente riposto un pochino troppo in bilico, decide di spatafasciarsi sul pavimento con un bellissimo tuffo triplo carpiato ed io, nel disperato tentativo di recuperare il barattolino il più velocemente possibile per non far finire tutta la panna sul pavimento, in una azione degna del miglior rallenty di qualità, mi getto sul barattolo e riesco a recuperare quasi metà del contenuto...
Mio marito, che ha assistito a tutta la scena impietrito e con una espressione di panico dipinta in volto, mi prende una tazza in cui travasare la panna rimasta ed io, evidentemente non ancora in me, gli dico di passarmi il bicchiere dello sbattitore a fruste, invece della tazza, tanto avrei comunque dovuto montarla quella panna...circa due ore dopo.

E lascio il bicchiere con la panna, abbandonato a se stesso sul piano della cucina, senza rimetterlo in frigo... 

Finalmente recuparata la calma, ceniamo tranquilli, poi prepariamo le fragole ed io mi alzo, come se niente fosse prendo le fruste elettriche ed inizio a montare la panna.

calda.

E, come se nel mio corpo ci fosse qualcun altro, mi stupisco e mi chiedo il perchè quella panna, invece che montare, facesse tutti quei grumi...


Beh, le avrà mica fatto male la caduta?...

Allora metto in frigo il bicchiere con tutta la panna smontata e grumosa, con l'intenzione di riprovare a montarla una volta fredda.
Passata mezz'ora riprendo il bicchiere dal frigo, ricomincio a montare e i grumi si compattano attorno alla frusta e si separano dal siero.
A quel punto...come nella migliore manifestazione della perfetta epifanìa da manuale, per miracolo ritorno in pieno possesso delle mie facoltà psichiche e, guardando quella cosa grumosa attaccata alle fruste, vengo travolta da un'illuminazione e urlo a mio marito: "Amore guarda...HO FATTO IL BURRO!!!".





Ecco, questa è la descrizione fedele del mio incidente casalingo con la panna ( e della mia conseguente perdita momentanea di lucidità ) da cui è uscito il mio minuscolo vasetto di burro; il mio strepitoso burro all'improvviso.

Ammetto, però, che ho avuto fortuna, perchè il procedimento corretto per fare il burro è quello che segue...


------------------------------------------------------------

Ingredienti:  

   250g di panna fresca da montare

Preparazione:  

Versate la panna ben fredda di frigo nella planetaria ed iniziate a montare alla massima velocità.

Quando la panna sarà ben montata, non spegnete la macchina ma andate avanti a montare finchè non vedrete che il composto farà i grumi ed inizierà a dividersi; si stà formando il vostro burro.

Continuate a far andare la frusta della planetaria finchè non vedrete che il vostro composto grumoso si sarà definitivamente separato in una parte solida e giallina, che si compatterà attorno alla vostra frusta, ed una parte lattiginosa biancastra, il latticello.

A questo punto posizionate un colino a maglie strette sopra ad un recipiente, trasferitevi tutto il composto e, aiutandovi con una spatola, pressate bene il vostro burro in modo da far drenare via tutto il latticello.

Quando avrete drenato tutto il latticello, il vostro burro sarà pronto per essere sistemato in un contenitore ermetico ed essere riposto in frigo. 


------------------------------------------------------------

Consigli Utili: 

  • Non fate come me...la panna deve essere fredda di frigo, altrimenti rischiate che si rovini irrimediabilmente, e con i latticini non si scherza.
  • Piccolo trucco per far montare meglio la panna è quello di montarla in un contenitore freddo quindi vi consiglio di mettere il bicchiere, o il contenitore in cui la monterete, in frigo per almeno un'ora prima di procedere alla produzione del burro.
  • Con 250g di panna fresca vi usciranno 85g di burro e 125g di latticello che potrete usare in sostituzione del latte nella preparazione dei dolci o semplicemente potrete berlo...è buonissimo!
  • Il burro fatto in casa non dura come quello confezionato, dovrete quindi consumarlo nell'arco di un mese al massimo e tenerlo in frigo, ben chiuso in un contenitore ermetico; il latticello, invece, va consumato in un paio di giorni.
  •  Il burro ottenuto con questo procedimento sarà di sapore delicatissimo e neutro, se lo volete leggermente salato potete aggiungere un pizzico di sale (magari sale marino di quello buono, pestato al mortaio) mentre, con la spatola, mescolerete e presserete il burro per separarlo dal latticello.
  • Infine, quando pressate il burro, nel colino, assicuratevi di drenare bene tutto il latticello perchè altrimenti il vostro burro rischierà di irrancidire dopo pochi giorni.
Share:

sabato 10 febbraio 2018

Quando dolcezza e coccole aiutano a combattere la malattia - Torta bicolore alle due creme


Avere i genitori giovani è una gran bella cosa, soprattutto quando si hanno figli piccoli.
I nonni sono una risorsa enorme per la vita domestica; sono preziosi per l'esperienza che portano, per la saggezza che regalano e per la dedizione che mettono nel viziare i nipoti.

Avere i genitori giovani è una gran bella cosa, e averli in forze e in salute è ancora più bello.

Io purtroppo non sono molto fortunata riguardo al secondo punto.
I miei genitori hanno solo 23 e 25 anni più di me ma purtroppo la salute è un punto dolente nella mia famiglia.
Babbo, che ha un dna non molto incline alla longevità, ha da tempo imparato a convivere con un diabete traditore, abbinato ad un cuore beffardo che non lavora come dovrebbe e una pressione ballerina che sale troppo e senza preavviso, insieme ad altri svariati acciacchi, anche gravi.
Mamma, donna di cristallo travestita da donna d'acciaio, che, dopo una vita passata a prendersi cura di tutti tranne che di se stessa, sta combattendo una lenta depressione che minaccia di spegnerla a poco a poco.

Ed io sono preoccupata e spaventata.

Sono figlia unica e abito lontana dai miei, e questo non contribuisce a farmi stare più tranquilla...
La scorsa settimana ho preso mia figlia e sono andata una settimana da loro, nella speranza che la mia presenza, ma soprattutto quella della loro nipotina, avrebbe reso le loro giornate più colorate e domenica ho pensato che un dolce avrebbe portato un pochina di allegria a tavola.
E così è stato...
Una torta croccante fuori e scioglievole dentro ha rallegrato il pranzo domenicale alleviando per un momento il clima non proprio leggero che si respirava in casa dei miei.

E' nata così l'idea di una torta della nonna bicolore, con il guscio marmorizzato bianco e nero e la crema pasticcera all'interno bicolore come l'esterno.
Due creme, una pasticcera classica ed una pasticcera mescolata ad una ganache al cioccolato fondente, che regalano due consistenze; una più compatta, la pasticcera tradizionale, ed una scioglievole ed avvolgente, la nera al cioccolato.
Il tutto racchiuso in un guscio di frolla sottile e croccantissima, anch'essa bianca e al cioccolato.

Ogni tanto, forse, le coccole aiutano più delle medicine ad alleviare la pesantezza che si ha sul cuore e a far sorridere l'anima...
 
------------------------------------------------------------


Ingredienti:

 

FROLLA BIANCA

  125g di zucchero semolato
  125g di burro morbido
  1 uovo intero
  250g di farina 00

FROLLA NERA

  125g di zucchero semolato
  125g di burro morbido
  1 pizzico di sale
  200g di farina 00
  40g di cacao amaro in polvere

CREMA PASTICCERA

  150g di zucchero semolato
  6 tuorli
  45g di farina 00
  15g di amido di mais
  700ml di latte intero
  1 bacca di vaniglia

CREMA NERA

  200g di cioccolato fondente
  130ml di panna calda 




Preparazione:

Iniziate preparando le due frolle; impastate gli ingredienti velocemente senza far scaldare troppo l'impasto, formate due palle, una bianca ed una nera, avvolgetele con la pellicola e ponetele in frigo a riposare per almeno un'ora.
Passate alla preparazione delle creme.
Mettete a scaldare il latte con la bacca di vaniglia e non appena accenna a sobbollire spegnete il fuoco.
In un recipiente capiente montate i tuorli con lo zucchero finchè non saranno bianchi e spumosi, poi aggiungete la farina e l'amido e continuate a montare con la frusta elettrica. 
Aggiungete un pochino di latte caldo alle uova montate e mescolate finché non sarà per fettamente amalgamato, poi aggiungetene un altro pò e mescolate, poi un altro pò e mescolate; procedete così finché non avrete quasi finito il latte, poi versate il composto di uova e latte al latte rimasto, nella casseruola, e rimettete sul fuoco, a fiamma bassa, avendo cura di mescolare continuamente.
Quando la crema inizia a sobbollire, mettete il fuoco al minimo e cuocete la crema per 5-6 minuti, continuando a mescolare; trascorsi i 5 minuti spegnete il fuoco e fate raffreddare completamente la crema.

Mentre la crema raffredda, prelevate metà impasto da ogni palla di frolla, infarinate e imburrate una tortiera con cerniera e foderate il fondo con "pizzicotti" di pasta bianca e nera, alternati, schiacciateli bene con le dita e alzate la pasta anche sui bordi della teglia. 
Mettete la teglia 10 minuti in frigo.

Nel frattempo scaldate la panna in un pentolino, senza portarla ad ebollizione, e aggiungetevi la cioccolata fondente in modo che si sciolga; poi prelevate 1/3 di crema pasticcera ed unitevi la ganache al cioccolato, mescolate accuratamente in modo che la crema nera sia omogenea e liscia.
Adesso avete due creme.
Mettete in frigo la crema nera e versate la bianca nella tortiera rivestita di frolla maculata, e rimettete in frigo.
Dopo una decina di minuti torgliete la tortiera dal frigo e versateci la crema nera, lisciandola ben bene con una spatola, in modo da avere le due creme che formano due strati ben distinti, e rimettete in frigo 10 minuti.
Accendete il forno, statico a 220°. 

Mentre le due creme si consolidano in frigo, prendete le due palline di frolla rimaste, standete della carta forna sul piano di lavoro, prelevate dei "pizzicotti" di pasta, sistemateli sul foglio di carta avendo cura di distribuirli in maniera omogenea, copriteli con un altro foglio di carta forno e stendete la pasta con un mattarello.
Ottenuto un disco maculato e sottile, prelevatelo con delicatezza, stendetelo sulla crema nera, fate aderire la pasta ai bordi, staccate la carta forno e l'eccedenza toglietela facendo scorrete il mattarello sulla tortiera, poi ripiegate in dentro i bordi in modo da creare un cordoncino che rifinisce il bordo della torta.
Prendete una forchetta, bucherellate la superficie del guscio e passatela sul cordincino di bordo in modo da creare una decorazione.
Infornate abbassando la temperatura a 180° e cuocete per 40-45 minuti.


------------------------------------------------------------

Consigli Utili:

  • La pasta frolla va lavorata velocemente per non scaldarla troppo e va lasciata riposare molto in frigo, altrimenti non riuscirete a stenderla e lavorarla. 
  • Il burro deve essere morbido, quasi come se fosse una pomata; se è troppo duro, per farlo amalgamare alla farina e alle uova, dovrete lavorarlo molto e rischierete di sciupare la frolla. 
  • Se non avete la bacca di vaniglia, potete usare un cucchiaino raso di essenza di vaniglia concentrata. Per favore non usate vanillina o aromi chimici!
  • La procedura di aggiungere il latte poco alla volta, mescolando sempre il composto di uova e zucchero, serve a stemperare il latte in modo che non cuocia troppo velocemente le uova e non si formino grumi nella crema, che altrimenti impazzirebbe.
  • Per la cottura del dolce potete impostare il forno anche sulla funzione ventilato, tanto non deve lievitare nulla, ma tenete d'occhio la temperatura perché la cottura ventilata è più veloce e "violenta".
  • Se vedete che a 180° la torta fatica a colorarsi, potete alzare la temperatura fino a 190°.
  • Il tempo di 40-45 minuti è un tempo standard, ma tutto dipende dal vostro forno; ogni forno è a sé ed ogni forno cuoce in maniera diversa. A me, ad esempio, sono bastati 35 minuti a 190°. E' tutta una questione di feeling tra voi e il vostro forno... 
  • Una volta cotto il dolce, lasciatelo intiepidire e solo dopo aver perso calore togliete il bordo a cerniera e lasciatelo raffreddare conmpletamente. 
  • Ora che la torta è a temperatura ambiente potete affettarla e servirla. Le due creme non avranno la stessa consistenza, la crema al cioccolato sarà meno compatta di quella bianca e la sua scioglievolezza, contrapposta alla croccantezza del guscio di pasta frolla, vi conquisterà!  



A babbo e mamma. 

 

Share:
Blogger Template Created by pipdig